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L’amore per l’arte all’Ischia Film Festival unisce storie, tradizioni e modi di comunicare diversi

Patierno, Donadio e Ciprí protagonisti della terza serata in cui il cinema delle location mostra anche il suo lato più difficile e oscuro
Oggi attesi Francesco D’Ascenzo e Antonio Piccirillo con “Il posto del Padre”, Cinzia Bomoll, Silvia Provvedi e Andrea Roncato per “La California”, Ricardo Soto e Isabella Valera per “El canto de las moscas

L’amore per l’arte all’Ischia Film Festival unisce storie, tradizioni e modi di comunicare diversi (1)La terza giornata del Festival è segnata dal passaggio di grandi luci autoriali e non solo, con una selezione di opere che riflette su location cangianti ed espressioniste, dove il paesaggio non è mai solo uno sfondo. Il Direttore Michelangelo Messina ha dichiarato: “Ogni sera, all’imbrunire, si rinnova il piccolo grande miracolo dell’Ischia Film Festival: radunare in una location da sogno, con alle spalle un tramonto incantevole, il meglio della cinematografia mondiale. Il pubblico che segue il nostro Festival è un pubblico desideroso di qualità, un pubblico abituato al meglio, un pubblico versatile che accoglie i nostri ospiti con calore e passione. Dal canto loro, i nostri ospiti regalano agli spettatori tutto il loro talento, eclettico e contemporaneo, segno di tempi carichi di belle pulsioni. Ringrazio tutti quanti stanno rendendo possibile questa ventunesima edizione, come la Treccani, che ci supporta in questo viaggio nel Cinema e nella Cultura.”

L'incontro con il regista Francesco Patierno e l'attrice Cristina Donadio ha anticipato la visione dell’opera La Cura (Italia, 2022), un film drammatico che riflette sul tema della pandemia, ma anche della solitudine urbana e delle conseguenze sociali che si ripercuotono in noi.

Da sempre Patierno usa un registro asciutto e scevro di ogni retorica, lavorando con il suo cast su un’idea essenziale nella quale la città di Napoli, regno vuoto legato al Covid, diventa una nuova terra di Camus. Lo stesso regista, che da sempre si apprezza per la capacità di costruire mondi dalla grande efficacia drammatica, e che qui aveva già vinto con il suo primo film Pater familias, ha dichiarato: "La Cura, tratto da La peste di Camus, è un film che, paradossalmente nonostante sia stato girato in un periodo di totale restrizione, artisticamente rappresenta di più la libertà con la quale l'abbiamo realizzato. Sarò per sempre legato a questo film che, anche se autonomo rispetto al periodo e al contesto in cui è stato girato, sarà una testimonianza e una documentazione quasi unica del periodo della pandemia” Lo stesso regista ha poi concluso dicendo: “L'Ischia Film Festival è per me un luogo dell'anima perché ho vinto uno dei primi premi proprio alla prima edizione di questo Festival. La passione del Direttore Michelangelo Messina e del suo team si vede in ogni particolare. Occasioni come questa sono fondamentali anche per avvicinare i giovani al cinema”.

Cristina Donadio, che pure ha presenziato alla visione, ha mostrato come sempre il suo graffiante ed enorme talento da interprete di straordinaria versatilità. Dopo aver lavorato con grandi firme del nostro cinema, da Pappi Corsicato a Edoardo De Angelis, e dopo aver ottenuto enormi consensi per la sua partecipazione al cast artistico della serie dei record Gomorra, si è raccontata mostrando tutta la sua sensibilità: “La Cura è un film che non dimenticherò mai, a cui sono legata personalmente. Parla di una sospensione universale. Girare questo film è stata una grande avventura: il progetto sembrava abbastanza 'folle', per certi versi lo è stato e forse lo è ancora. 'Folle' è stata l'idea di girare un film durante il lockdown. È una Napoli che toglie il fiato. Sono felice di ritornare all’Ischia Film Festival perché non è solo una rassegna, ma un momento per ritornarsi ad occupare della bellezza dei luoghi”.

Pluripremiato regista e direttore della fotografia, Daniele Ciprì è una delle firme più acclamate del nostro cinema, che da sempre ha sperimentato nuove forme e linguaggi dai suoi film, dalla storica sinergia con Franco Maresco passando alle collaborazioni con registi quali Bellocchio, Rovere e Giovannesi. In Cattedrale dell’Assunta  ha presentato il corto "La fornace" in cui si racconta la storia di Marcello che architetta un piano diabolico per sopravvivere in un mondo ostile e incomprensibile. Ciprì ha dichiarato: "Io amo scolpire i luoghi e amo scolpire i miei personaggi, un po' come il mio regista preferito, Fritz Lang. Lang era solito scolpire i suoi personaggi nell'epoca del cinema muto, con tante espressioni e pochi dialoghi. Cerco di vedere la realtà alla mia maniera, attraverso un mondo che è quasi fantastico. Sono onorato di essere all'Ischia Film Festival perché è un Festival eccezionale”.

Piazzale d’Armi, invece, sono stati presentati i due film in concorso “Location negata”, il cortometraggio Il richiamo del vuoto (Italia, 2022) di Nora Trebastoni e il lungometraggio Incontrando Samir la sera (Italia, 2022)di Elettra Gallone

Nora Trebastoni, autrice esordiente siciliana, ha affermato: “Il mio film nasce proprio dalla location, a Mazara del Vallo in provincia di Trapani in Sicilia, che è il punto di partenza dal quale abbiamo approfondito le storie. In questo contesto nasce la Comunità tunisina più grande d'Europa, è dunque un luogo unico: pensi di essere in Tunisia e, invece, sei in Italia. Un percorso che ci ha portato a conoscere altri luoghi unici, legati alle vicende dei protagonisti”.

Elettra Gallone, altra regista in concorso, ha invece raccontato la sua esperienza con un protagonista senzatetto:“Incontrando Samir la sera racconta proprio di Samir, un albanese di circa 50 anni che vive in strada. E’ difficile provare a immaginare la loro vita, difficile immaginare i loro bisogni e le loro reali relazioni”.

Casa del Sole è stata infine la “casa” delle proiezioni di Kavur (Turchia, 2023) di Fırat ÖzelerThree Windows on South West (Ucraina, 2023) di Mariia PonomarovaAdjustment (Repubblica Islamica dell’Iran, 2022) di Mehrdad Hasani e Palluzziell’(Italia, 2023) di Giuseppe Iacono. Lo stesso Iacono ha raccontato: “Palluzziell vuole essere un film sociale, un’opera che parla allo spettatore attraverso la storia, i personaggi – i protagonisti sono non attori – e i luoghi. Da ischitano sono molto onorato di poter proiettare la mia opera in un Festival che pone al centro di tutto le location, in una location unica al mondo”.

Oggi, 27 giugno, sono attesi al Castello Aragonese il regista Francesco D’Ascenzo e l’interprete Antonio Piccirillo con “Il posto del Padre”, la regista Cinzia Bomoll, con gli attori Silvia Provvedi e Andrea Roncato per “La California”, il regista Ricardo Soto e l’attrice Isabella Valera per “El canto de las moscas”.

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