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I vincitori

Lungometraggi


Miglior film

Rosinante

Una storia semplice, vera. Che arriva al pubblico anche per la forza della sua protagonista, moglie e madre mai rassegnata.  Una rivisitazione intelligente e sensibile di una storia a noi molto cara. Oggi non si rubano più biciclette ma i sentimenti arrivano sempre puntuali in platea.

Baran Gunduzalp


Miglior Regia a Veit Helmer per:

Gondola

Una deliziosa favola sospesa nel tempo, una storia d'amicizia, costruita anche con ironia, con continui colpi di scena, frutto di una scrittura e una regia sempre originali.


Miglior Fotografia a Masud Amini Tirani per:

Cold sigh

Un'opera prima dai toni forti che trova il suo punto di forza in una fotografia livida che sottolinea benissimo i sentimenti del protagonista e il suo rapporto conflittuale col padre.

Nahid Sedigh


Miglior Scenografia a Alessandro Cicoria per:

Electra

Per l'accurata attenzione nella messa in scena, la cura nei particolari di ambienti e personaggi in riprese sempre eleganti e precise.

Location Negata


Miglior Lungometraggio

The Strangers' Case

Per aver raccontato con un linguaggio crudo, asciutto e teso cinque storie diverse di chi quotidianamente si confronta con la guerra, con il mare, con il martirio delle terre, dei confini e dell'anima.

E per aver saputo immergere lo spettatore, con una camera mossa ed empatica, nei drammi della perdita, della morte, della fuga. La lotta per la vita ha tante facce ma un solo dolore.

Brandt Andersen


Menzione Speciale

Pele de vidro

Per aver costruito, attraverso le vicende di un edificio simbolico come il grattacielo di vetro progettato dal padre dell'autrice, il ritratto sfaccettato e turbolento di cinquant'anni di vita sociale e politica del Brasile, delle sue contraddizioni, delle sue speranze e delle sue disillusioni.

Con una testimonianza poetica di cinema del reale, Skin of Glass intreccia le storie personali e familiari dell'autrice con le attese di homeless che vivono nell'invisibilità e nell'utopia di un luogo meno precario dove abitare. E il grattacielo si fa luogo negato per eccellenza: alla vita dei senza casa e al tentativo dell'autrice di penetrarne il segreto.

Denise Zmekhol


Miglior Cortometraggio

Empty Rooms

Per aver presentato una prospettiva inedita sulla guerra mostrando il dolore e l’angoscia di chi se ne dissocia. Uno sguardo simbolico e profondo sul vuoto lasciato dalla mancanza degli affetti, una mappa degli oggetti che ne disegna l’assenza. 

Ed infine per la capacità di scrivere con la luce il sentimento della perdita riuscendo sempre a coinvolgere lo spettatore.

Zhenia Kazankina


Menzione Speciale

Non piangere

Per aver portato coraggiosamente alla luce un aspetto trascurato e sommerso dell’integrazione con un approccio delicato quanto onesto. Per aver valorizzato l’idea dello spazio unico della ripresa a bordo della vettura per narrare il senso claustrofobico dei protagonisti.

Niccolò Corti

Cortometraggi


Miglior Cortometraggio

Aqueronte

Per il suo sguardo potente e fascinatorio, per un cinema che assume le forme del viaggio, onirico e metaforico, un caleidoscopio di suoni e parole, allucinato e complesso, per l’essere un film inconsueto che rimane sensorialmente impresso, che guida lui stesso, come un Caronte, lo spettatore ad immergersi in quell’attraversamento e nel suo straniante dilatarsi, per l’uso estremamente consapevole di tutto ciò che è “mezzo” cinema nel creare il corpo magmatico del viaggio. Il premio della giuria internazionale Cortometraggi va a Manuel Munoz Rivas per il film Aqueronte.

Manuel Muñoz Rivas

Menzione Speciale

Things unheard of

Tra la fiaba e il romanzo di formazione che declinano l’orrore della repressione curda, della violazione dei diritti, della lotta quotidiana, intrisa anche di liberatoria ironia, per il riconoscimento di quei diritti, grazie ad una scrittura cinematografica di rara efficacia, ad un lavoro sugli attori non professionisti assolutamente impeccabile, la menzione della Giuria Internazionale Cortometraggi va a Things Unheard of di Ramazan Kilic, per la straordinaria potenza di un racconto cinematografico che si fa atto poetico, trasformando la mancanza di immagini in immagine stessa e il ruolo e l’importanza dell’informazione in un emozionante atto di rivolta.

Ramazan Kılıç

Confini - selezione online


La luna sott'acqua

Vincitore della sezione online "Confini"

Alessandro Negrini