Anita ha diciassette anni e vive da sola con suo padre Jacopo, che è malato di leucemia e avrebbe bisogno di un trapianto. I tempi d’attesa per la ricerca di un donatore sono lunghi e anche se i parenti hanno più probabilità di essere compatibili, non lo sono né Anita né suo nonno Tonino – un vecchio pastore che vive sull’altopiano. Jacopo ha un solo fratello, Gaetano, che vive dall’altra parte dell’isola. I due non si parlano da anni. Ad Anita non resta che presentarsi a casa dello zio, determinata a ricucire gli strappi del passato, pur di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di suo padre.
Nato a Sassari nel 1980, dal 1999 vive a Bologna, dove si laurea al DAMS e lavora come regista. Nel 2005 vince il concorso “AVISA – Antropologia Visuale in Sardegna” promosso dall’ISRE e realizza il suo primo cortometraggio, Il suono della miniera . Dal 2009 è socio di EleNfant Film, casa di produzione indipendente. Il suo secondo lavoro, Io sono qui , viene candidato al David di Donatello nel 2011. Nel 2011 gira a Cuba Los aviones que se caen , ed è co-regista del documentario musicale Cervelli in fuga . Nel 2015 è autore del documentario Homeward , girato in Cambogia. Nel 2017 vince il David di Donatello come miglior cortometraggio con A casa mia . Nel 2018 dirige Nina , sesto episodio della serie 13-11. L’Agnello è il suo primo lungometraggio.