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In Bruges

Martin McDonagh

In Bruges


Sinossi


Burges, la più preservata città medioevale di tutto il Belgio, è una accogliente destinazione per i viaggiatori che arrivano da tutto il mondo. Ray e Ken, due killer di professione, giungono in questa città. Li ha inviati lì il loro boss Harry dopo che un omicidio non è andato nel modo programmato. Ora i due debbono attendere disposizioni in una città che loro, irlandesi, non avevano mai visitato e che Ray disprezza. Mentre Ken, non solo per ingannare il tempo dell'attesa, decide di girare per le sue strade e ammirare le opere d'arte che musei e chiese racchiudono, Ray si chiude in una sorta di resistenza passiva. Ma sarà Chloe, una ragazza incontrata per caso e che ha qualche angolo oscuro nella sua vita, che farà uscire il giovane irlandese dalla sua indifferenza mettendolo in contatto con un mondo sconosciuto che non può però far velo a un'attesa che implica comunque la morte di qualcuno. Martin McDonagh, molto noto in Gran Bretagna e Irlanda per le sue opere teatrali, ha ottenuto nel 2006 l'Oscar per il miglior cortometraggio ed ora si presenta a un più vasto pubblico con questa sua opera prima che merita una particolare attenzione. La malinconia del killer, il suo spleen sono già stati raccontati innumerevoli volte al cinema e Scorsese ne ha magistralmente fatto uno dei suoi temi preferiti. Ma a McDonagh riesce un'impresa quasi impossibile: realizzare un film con pochissima azione senza perdere di tensione per un attimo e riuscendo a inserire attorno ai tre protagonisti numerosi personaggi secondari ma non per questo meno 'necessari' alla vicenda. In questo ricorda il Melville di I senza nome. Riesce però a fare di più. Trasforma con grande abilità la città e l'arte di cui sono permeate le sue stesse vie in un elemento determinante nell'evoluzione dei personaggi. Quante volte al cinema ci troviamo dinanzi a città-cartolina utilizzate solo perché la film commission locale è abile nell'attrarre le produzioni offrendo loro particolari vantaggi. In questo caso invece, sin quasi dall'inizio quando Ken (magistralmente cesellato da Brendan Gleeson) propone di salire in cima alla torre più alta per vedere la piazza dall'alto e Ray (un Colin Farrell a cui lavorare con Woody Allen ha fatto un gran bene) gli replica con un diniego, la città passa dallo sfondo al primo piano della narrazione. Questi due 'turisti per forza' sono due uomini in ricerca. L'uno trova nei quadri e nelle sculture talvolta delle esplicite risposte e talaltra nuove e tormentate domande. L'altro finisce con il cercare tra la gente con l'irruenza che gli è connaturata un 'perché' al male che causa a se stesso così come agli altri. Su di loro aleggia la solo apparentemente contenuta violenza di Harry quasi in agguato, in attesa di poter lacerare quel tessuto sottile fatto di umanità che si va ricostituendo nei due uomini e che non può essere ammesso da chi non è in grado di comprenderlo.

Biofilmografia del regista


Nato a Londra da parenti irlandesi, Martin McDonagh ha scritto e diretto 'Six Shooter', che nel 2006 gli è valso un Academy Award per il miglior cortometraggio live-action. Come drammaturgo, si è aggiudicato per due volte l'Olivier Award, per 'The Pillowman' e 'The Lieutenant of Inishmore', mentre è stato candidato al Tony Award in quattro occasioni. Tra i suoi altri lavori, ricordiamo 'The Cripple of Inishmaan', 'The Lonesome West', 'A Skull in Connemara' e 'The Beauty Queen of Leenane', che è stata la sua prima opera ad essere prodotta. “In Bruges” è il suo primo lungometraggio.


Dettagli

  • Regia:

    Martin McDonagh
  • Nazionalità:

    Regno unito, Belgio
  • Fotografia:

    Eigil Bryld
  • Montaggio:

    Jon Gregory
  • Musiche:

    Carter Burwell
  • Produzione:

    Focus Features, Film Four, Blueprint Pictures
  • Sceneggiatura:

    Martin McDonagh
  • Scenografia:

    Anna Lynch-Robinson
  • Distribuzione:

    Mikado
  • Durata:

    107 Min.
  • Anno di uscita:

    2008
  • Cast

    Brendan Gleeson, Colin Farrell, Ralph Fiennes, Jérémie Renier, Thekla Reuten, Clémence Poésy, Jordan Prentice

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