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Lungo le coste del mare di Bering, una comunità di cacciatori di balene lotta per la propria sopravvivenza, in uno degli ambienti più estremi del pianeta, mantenendo in vita una tradizione millenaria.
Carlos Casas è nato a Barcellona nel 1974 e ha studiato Belle Arti, Cinema e Design. Nel 1998 gli è stata assegnata una borsa di studio a Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton. Nel 2000 il suo cortometraggio “Afterwords”, prodotto da Marco Müller e Fabrica Cinema, è stato selezionato per il Festival del Cinema di Venezia, il Rotterdam Film Festival e nel 2001 per i Rencontres du Cinema di Parigi. Nel 2001 ha iniziato a lavorare ad una trilogia di film documentari dedicati alla vita nei luoghi più estremi della terra ed ambientati in Patagonia (“Solitudine alla fine del mondo”, 2005, Premio speciale della giuria al Festival de Cine Independiente de Buenos Aires, 2006), sul lago d’Aral (“Aral. Pescando in un mare invisibile”, 2004, Premio Miglior Documentario al Torino Film Festival 2004 e Premio speciale della giuria a Documenta Madrid, 2005) e in Siberia (“Cacciatori dall’alba dei tempi”, 2008, Premio Miglior Documentario al FICCO Cinemex 2008, il maggior festival cinematografico messicano). Tra gli altri suoi lavori, Carlos Casas ha realizzato “Rocinha. Racconti di favela” (2003), documentario ambientato in una della più grandi favelas di Rio de Janeiro, da cui è nato un libro scritto e curato da Fabrica ed edito da Mondadori. Attualmente sta lavorando ad un film dedicato ad un cimitero di elefanti che sorge lungo i confini tra India e Nepal.
