Personaggi di diversa età, etnia ed estrazione sociale, ingabbiati in una società frenetica incline alla violenza e al consumismo. In scena 30 attori, di cui 28 ad occhi chiusi per indicare l’indifferenza e la superficialità che ci trascinano sempre più a guardare senza vedere veramente.
Maria Laura Moraci, 24 anni, diplomata al liceo classico a Frascati, in provincia di Roma, è un’attrice e danzatrice che nutre da sempre un forte amore per l’arte. Di origine romano-sicula, inizia a 5 anni judo e a 6 la danza moderna e contemporanea, che praticherà entrambi gli sport, a livello agonistico fino ai 15 anni. Nel 2009, infatti, inizia a studiare recitazione teatrale e cinematografica a cui tuttora si dedica completamente. Da qualche tempo, è anche regista e sceneggiatrice di opere di denuncia sociale, dovute al suo attivismo; e questo è il suo primo corto di finzione. Ha diretto “AMR. Storia di un riscatto”, un corto documentario su una storia vera di integrazione e di immigrazione. Tra i registi con cui ha lavorato come attrice vi sono: Pupi Avati, Giuseppe Papasso, i fratelli Borruto, Berardo Carboni e Daniele Barbiero. Nel 2016, Maria Laura ha ottenuto il premio miglior attrice giovane promessa al Caballero Corto Fest di Fiano Romano; e un corto di cui è l’unica protagonista femminile, “Strade da Amare” dei fratelli Borruto, ha ottenuto diversi riconoscimenti, fra cui il Premio Sociale allo Starlight Cinema Award 2016, svoltosi all’interno della 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Infine nel tempo libero scrive poesie e fa scatti, sia come fotomodella che come fotografa.