Un viaggio attraverso il mare e attraverso generazioni, al seguito di una fatica antica e quotidiana, fatta di gesti semplici e ripetitivi che scandiscono il buio, fino all’arrivo dell’alba. In “Cigno” la cinepresa si fa discreta osservatrice di un giorno di lavoro comune di uomini comuni, non per documentare o denunciare, ma per osservare curiosa una quotidianità nascosta e lontana dai ritmi di vita della società moderna. Fino a scorgere nel ponte sverniciato, nel battere dei martelli, nelle reti appena riemersa la dignità e la bellezza del Cigno.