Il film è un’istantanea su quanto abbiamo visto e su quanto ci è stato raccontato. Le voci: studenti, avvocati, architetti, giornalisti, attivisti; giovani e meno giovani; ricchi e poveri; incazzosi e gioiosi; coraggiosi e spaventati. Le immagini: l’occupazione pacifica di Gezi Park, la gioia nell’opporsi a una scelta assurda; la violenza della repressione, lo sbigottimento nell’essere “violentati”; l’invenzione della protesta silenziosa, la moltitudine di piazza Taksim. Le ragioni: la gentrificazione di Istanbul, un’islamizzazione che vieta il consumo di alcolici la sera, la limitazione alle libertà individuali, un potere sempre più sordo, la censura che ha provato a nascondere la protesta. La pluralità dei manifestanti, diversissimi tra loro, uniti in un’inaspettata alleanza contro gli abusi del potere.