Bilancio positivo per la decima edizione
Page 2 of 2
Si è conclusa sabato 7 Luglio una manifestazione culturale tra le più interessanti e innovative della Campania, l'Ischia Film Festival, ovvero il Festival Internazionale delle Location Cinematografiche. Ben settantasette film in proiezione, nella suggestiva location del Castello Aragonese d'Ischia, con quattro luoghi di proiezione per Cortometraggi, Documentari e Lungometraggi. Turisti, ischitani e addetti al settore da tutta Italia, in tanti hanno affollato il centro di Ischia e il Castello nella settimana del Festival, cominciato il 30 Giugno.
Sette giorni di proiezioni, convegni e incontri, per una kermesse che si propone di essere il punto di riferimento per tutti quei racconti cinematografici che danno risalto ai luoghi, con la loro storia e la loro identità più profonda. Oltre ai film in Primo Piano, particolare risalto quest'anno è stato dato alla Location Sociale e alla Location Negata, per raccontare il mondo con un occhio critico e impegnato. Tanti i registi e gli attori sbarcati ad Ischia per raccontare la propria esperienza, da Francesco Patierno, regista di "Cose dell'altro mondo" a Mattia Sbragia, attore nel film "Diaz". E ancora, Fabrizio Cattani con il suo controverso "Maternity Blues" e con le attrici Marina Pennafina e Chiara Martegiani, Uccio de Sanctis per il suo primo film comico "Non me lo dire" con l'attrice Mia Benedetta, Luca Ragazzi e Gustav Hofer protagonisti di "Italy love it or leave it" docu film sul nostro Belpaese. Per l'ultimo film di Pupi Avati, "Il cuore grande delle ragazze", hanno raccontato la propria esperienza Andrea Roncato e Stefania Barca.
Ma aldilà dei grandi nomi, sono talvolta quelle piccole proiezioni provenienti da tante parti del mondo, a scaldare i cuori, a colpire nel profondo. L'Africa raccontata da "Inside Africa" , "La sorgente dell'amore" e "Virgen Negra", la Sicilia di "Ristabbanna", "La casa dei trenta rumori" , "Damiano" e de "La crociera delle bucce di banana". Tante le sfaccettature di Napoli proposte da "(R)esistenza" documentario su Scampia e "Napoli 24", summa dello sguardo di ben 24 registi (in 3 minuti ciascuno). Non solo uno spettacolo per gli esperti del settore, ma anche per tante persone comuni appassionate, che facendo un semplice accredito culturale hanno potuto viaggiare ed emozionarsi tra storie, paesaggi e scenari talvolta sconosciuti. Come la Roma dei luoghi del cinema, L'Aquila post sisma, la Grecia del film "Immaturi" di Paolo Genovese, le Hawaii di "Paradiso Amaro" di Alexander Payne con George Clooney, l'Alaska di "Qualcosa di Straordinario", l'Irlanda di "This must be the place" di Paolo Sorrentino. Ma questi sono solo pochi esempi.
Diversi convegni sulle tematiche del cineturismo hanno arricchito le giornate del festival di nuovi contenuti e buoni propositi per gli "addetti ai lavori" arrivati da tutta Italia. Lo scopo è trovare il modo di far capire che il cinema è cultura, appartenenza, rilancio economico e sociale, dunque una grande opportunità che va colta e non pensata come "l'oro di pochi". Un messaggio alle Isituzioni e agli attori economici, affinché non si smetta di investire in settori fondamentali per il nostro Paese, che del bel cinema e dei bei luoghi dovrebbe essere portabandiera nel mondo.
Il primo premio per la sezione Documentari quest'anno è andato a "Le Bonheur", storia di un uomo che percorre a piedi la sua Francia alla ricerca della felicità, mentre per la sezione Miglior Cortometraggio è stato premiato "Oroverde" ambientato in una Puglia lontana. Il corto "Dashnamoure" è stato premiato per la sezione "Location negata" raccontando l'Armenia devastata dal terremoto. La migliore scenografia è stata quella del discusso "Diaz" sui fatti di Genova del G8 2011, mentre la migliore fotografia è andata a "Il pescatore di sogni", la strana storia di uno scienziato inglese che tenta di introdurre il salmone nelle acque dello Yemen.
Tra menzioni speciali e foreign awards si è chiusa anche quest'annata, intensa e gustosa come un buon vino maturo. E' finita così la decima edizione, con l'entusiasmo e la grinta di sempre da parte degli organizzatori, Enny Mazzella e Michelangelo Messina, e con il grande aiuto di tutti i volontari che ogni anno rendono possibile questo Festival.