Per l’abilità di saper mostrare una storia vivace e vibrante in cui l’amore vince su tutto. Per l’audacia e l’umorismo con cui il regista, al suo esordio, ci presenta la complessità della vita familiare attraverso gli occhi innocenti di un ragazzo che cerca di salvare il matrimonio dei suoi genitori e la dignità di suo padre. Per la forza comunicativa e la sua intelligenza emozionale, l’Ischia Film Award al Miglior Film va a “Mountain Onion” di Eldar Shibanov.
Per la capacità di costruire con energia il fragile mondo di una donna che cerca risposte nel suo progetto scientifico e nella vita. Per l’attenzione ai dettagli e ad un delicato senso della narrazione visiva, esplorando le crisi di identità della protagonista principale. Per il tono distintivo del film con cui si offre al pubblico una storia intrigante e memorabile, il Premio Castello Aragonese per la Miglior regia va a Dubravka Turic per “Tragovi – Traces”.
Per la distinta capacità di saper creare una storia interessante e accattivante sul rapporto tra uomo, natura e tecnologia, e per l’evocazione di un mondo, quello della montagna, con uno sguardo mai così profondo e diretto, senza limiti e confini, il Premio Aenaria per la Miglior Scenografia va a “Montanario” di Eleonora Mastropietro.
Per aver ritratto la natura contraddittoria degli esseri umani e i conflitti universali della famiglia da una prospettiva semplice, creativa e sottile, con un’estetica essenziale eppure mai superficiale e banale, il Premio “Castello Aragonese” per la migliore fotografia va a "How" di Teng Liu.
Per aver realizzato un film unico, molto espressivo e di ampio respiro sulla lotta di una nazione morente capace di sopravvivere nel mondo moderno. Per la sua focalizzazione narrativa con cui il regista presenta una piccola comunità e il protagonista, la cui lotta per i valori della tradizione caratterizza i sacrifici di molte minoranze nel mondo di oggi, represse dalle tecnologie moderne e, soprattutto, da una politica aggressiva. Per la bellezza della ricerca di melodie musicali uniche nel deserto artico del nord del mondo facendone una parabola triste e perfetta di un mondo che scompare davanti ai nostri occhi. Per la grande qualità espressa attraverso questi elementi e non solo l’Ischia Film Award al Miglior Lungometraggio di Location Negata va a “The Voices of Arctic” di Ivan Vdovin.
Per la forza di trascinare sullo schermo temi di grande impatto con l’urgenza che solo la poesia può osare; per l’abilità di far commuovere e allo stesso tempo far riflettere sul grande problema della siccità che sta colpendo il nostro pianeta; per gli occhi del suo protagonista e l’amicizia tra i bambini che sono stati raccontati con grande maestria dal regista, l’Ischia Film Award come miglior cortometraggio va a “Estrellas del Desierto” di Katherina Harder.
Per essere andato oltre i limiti del cinema biografico. Per la capacità di rappresentare un leggendario ed enigmatico regista, rivelando allo stesso tempo un dialogo immaginario che segue le orme dell’autore. Per il suo stile che cattura i momenti di vuoto e mistero per cui il protagonista era famoso e oggi quasi dimenticato, la Menzione Speciale va a “Kavur” di Firat Ozeler.
Per la capacità di costruire un racconto familiare che, attraverso la forza del paesaggio e il dolore dei primi piani, mette in scena con una forza intensa ed autentica non solo un viaggio, ma un atto di restituzione verso la vita e quello che non riesce a renderti. Per l'appassionata e cinematografica virtù di sapere condividere tutto questo sentimento, la menzione speciale della Giuria va al film "Sur le tombe de mon pere" di Jawahine Zentar
Per la capacità di esplorare abilmente l'identità di genere e i pregiudizi della società, incoraggiando il dialogo sulla tolleranza e l'accettazione.
Questo premio celebra l’eccezionale contributo al cinema del regista, promuovendo l'empatia e ispirando un cambiamento positivo attraverso la sua potente narrazione. Siamo entusiasti di annunciare che l’Ischia Film Award al Miglior Cortometraggio va ad “Adjustement” del regista iraniano Mehrdad Hasani.
Per essere una grande opera d’arte, che va onorata perché ci mostra chiaramente il talento del regista. Per la coerenza visiva della regia e il racconto originale che ci invita a riflettere sulle scelte e sull’amore, la menzione speciale va a “Tria – del sentimento del tradire” di Giulia Grandinetti.
Per l'abilità mostrata dall'autore di inscenare un'atmosfera che attiene ad un genere complesso come il western lavorando non solo nella sceneggiatura ma anche collaudando una fotografia mai banale e, soprattutto, una direzione degli attori misurata e senza sbavature. Il film, inoltre, ha la qualità di rivelare una vicenda misteriosa che, fino all'ultimo, riesce a calamitare l'attenzione con un'avvincente definizione di suspense profondamente cinematografica. Per tali ragioni l’Ischia Film Award della Sezione “Scenari Campani” va a “Chi spara per primo” di Emanuele Palamara.