Nel tardo autunno del 2017, un devastante terremoto ha colpito la città curda di Sarpol-e-Zahab, uccidendo centinaia di persone e lasciandone migliaia senza tetto. Questo film racconta la storia di Azita e del suo fidanzato che, all'indomani del terremoto, cercano tra le rovine della loro casa, dissotterrando oggetti del loro passato. Più è difficile recuperare le loro cose, più questi oggetti assumono un nuovo significato, perché la coppia rischia la vita per recuperare i ricordi che ha perso sotto le macerie e rimettere insieme i frammenti della sua identità.
Lavora come video-attivista, facilitatrice sociale, fotografa e tecnico del montaggio. Ha lavorato in diverse regioni dell’Iran, nella maggior parte dei casi in comunità locali e nomadi. Ha studiato produzione cinematografica e montaggio. In seguito ha iniziato a lavorare basandosi sulle sue esperienze: si è resa conto che le problematiche sorte da un trauma la incuriosissero. Così, si reca in una città curda dopo un terremoto e ha creato questo film. Ha anche in progetto un film ambientato nel Golfo Persico, tratta di un gruppo di cammellieri che devono affrontare le sfide della ricerca di cibo per i loro cammelli. Lei ha seguito un cammelliere donna. Come regista ha sempre affrontato i problemi che sorgono da un trauma e, in particolare, si concentra sul concetto di “perdita” nel trauma.