In una città immaginaria, in un futuro molto prossimo, incontriamo ADAMO K, un uomo sui quaranta dal portamento dignitoso, l'abbigliamento comune. Lo incontriamo a fine giornata, quando edifici di ogni altezza e disegno vomitano sulle strade fiumane di impiegati, funzionari, tecnici, balordi e... varia umanità. Un'umanità che non si scambia sguardi né saluti, né sorrisi. Un'umanità che diffida dell'altro e si muove contando i tempi che la separano dai suoi consueti incontri con l'auto, la sotterranea, la moto, il supermercato, i programmi tv, i tranquillanti, la masturbazione di coppia, i figli adottivi, il computer.