Un paese diviso in se stesso non è in grado di riconoscere la propria identità. Che cosa è accaduto? Come mai nessuno, in questi ultimi vent'anni, è stato capace di cambiare le sorti della storia d'Italia? Dov'è rintracciabile il cambiamento? In quale periodo storico è avvenuto, di modo che le sue conseguenze si ritorcessero sulle nuove generazioni? L'identità perduta ci lascia vari indizi su cui riflettere e diverse domande prive di risposte certe, dall'Unità d'Italia ai giorni nostri. La voce va agli umili, o invisibili della terra, ai lavoratori di questo paese, agli artisti ed artigiani, ossia a quegli ingegni e a quelle braccia che hanno saputo costruire un'idea di Stato, che ridestasse in noi l'ideale della fratellanza perduta. Le testimonianze di Vittorio De Seta, che ci accompagnano in questo lungo viaggio da Sud a Nord, sono il punto di inizio da cui parte l'analisi accurata, sarcastica e provocatoria, sulle conseguenze della dissoluzione morale in Italia, ma di una fraternità che risulta ancora non del tutto perduta. Non un documentario storico, né una critica sociale, ma un'inchiesta antropologica, ad un quesito ormai aperto da venti lunghissimi anni, a cui nessuno ha saputo, ancora oggi, dare una risposta. Le bandiere dimenticate svolazzano sfilacciate di colori che non esistono più, ma solo un colpo di fucile nel silenzio di una campagna riporta alla nostra coscienza il fatto che: "in un paese in cui la Giustizia non è uguale per tutti, non esistono i presupposti per creare un'unità conforme alle regole di fratellanza". Gli interrogativi ed i quesiti si sciolgono in uno scacco umano in cui le vittime sacrificali sono gli italiani stessi, colti nel sonno della coscienza.