Camille è la storia di Elèna, una donna sui 35 anni che, su suggerimento del marito, si reca, con il figlio Luca di circa sei anni, presso la loro casa di vacanze ove passeranno qualche giorno lontano dalla routine quotidiana. La splendida villa, abbarbicata sulla costa del Monte Argentario, è custodita da un misterioso giardiniere, che racconta ai due la strana storia del gatto Camille. L’animale randagio e malconcio, era stato ucciso dal vecchio proprietario e gettato nel locale dei serbatoi dell’acqua, finché un giorno, l’animale riappare improvvisamente. Quando Elèna e Luca arrivano alla villa sembra che qualcuno si aggiri nella proprietà e che il bambino si comporti in maniera insolita. La madre si rivela molto apprensiva con il figlio, non solo a causa di un carattere ansioso, ma anche nel tentativo di distogliere il pensiero dai propri problemi coniugali. Il bimbo, però, non riesce comprendere a fondo lo stato emotivo della madre e, al contrario, giocando a nascondino, finisce per spaventarla, minando ulteriormente il suo fragile stato d’animo. Paolo, il marito, tarda ad arrivare e Luca sparisce nuovamente nel nulla. La madre lo cerca ovunque finché sente la sua voce al di là della pesante porta di pietra che dà sui serbatoi dell’acqua. Il bambino chiede aiuto ma la madre, disperata, non riesce ad aprire l’uscio finché dall’altra parte non si avverte più alcun rumore. Improvvisamente la porta si apre e qualcosa trascina Elèna nell’oscurità. Chi o che cosa ha fatto scomparire Elèna nell’antro? L’epilogo riserva, in un crescendo drammatico, un finale a sorpresa, accompagnando lo spettatore verso una soluzione amara ma al contempo ricca di speranza.
Piero Costantini nasce nel 1977 in un piccolo paese nel distretto industriale di Udine. All’età di vent’anni decide di trasferirsi prima a Venezia e successivamente a Milano dove comincia la sua carriera di montatore, vfx artist e regista di videoclip. Nel 2000 fonda Sputnik Media, una casa produzione orientata alle nuove tecniche digitali di composizione dell’immagine. Con essa, nel 2002, produce, per la regia di Filippo Conz, il suo primo lungometraggio Strani Anelli. Il film, un visionario thriller psicologico, viene realizzato con meno di 20.000€ ma si dimostra ben più di un semplice esperimento. Vince infatti numerosi premi ad importanti festival in tutto il mondo. Nel 2004 si trasferisce a Roma e viene incaricato, in qualità di produttore esecutivo, dello startup di due importanti progetti imprenditoriali legati alle produzioni video. Nel frattempo dirige, come regista, diversi spot pubblicitari, documentari e videoclip per importanti band italiane. Camille è il suo primo cortometraggio. Attualmente sta lavorando al suo primo lungometraggio.