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Il valore della cultura: tutta la verità sui festival di cinema


E' durata un anno con approfondimenti e controlli incrociati; ha "campionato" 15 festival cinematografici in tutta Italia, dalle più grandi rassegne metropolitane ai festival di nicchia e a quelli specializzati; ha messo in campo strumenti originali di ricerca e verifica grazie a una nutrita squadra di studenti-intervistatori; offre oggi la mappa più articolata e approfondita mai sviluppata per comprendere la realtà e la potenzialità dei festival cinematografici in Italia. afic logoSi tratta della ricerca I festival come "valore" economico e culturale promossa dalla IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione) di Milano in accordo con l'AFIC (Federazione dei festival italiani di cinema) con l'apporto dell'istituto di ricerca di mercato Makno. A presentare i primi risultati di questo originale e rivoluzionario "viaggio" saranno giovedì 1 dicembre al Circolo dei Lettori di Torino (Via Bogino 9 dalle ore 10.30) il Preside della Facoltà di Comunicazione della IULM, Gianni Canova, l'attuale Presidente dell'AFIC, Giorgio Gosetti, il direttore generale di Makno, Mario Abis e il City manager della città di Torino, Cesare Vaciago. L'iniziativa è realizzata in accordo con il Torino Film Festival per il quale Emanuela Martini fa parte del Consiglio Direttivo dell'AFIC.

Canova"L'idea che sta all'origine di questa indagine" - spiega Gianni Canova - "consiste nell'individuazione di elementi oggettivi per valutare se e come i festival cinematografici abbiano un ruolo effettivo nella moderna economia della cultura. Molto spesso si sente dire che la cultura ha un 'valore economico': noi vorremmo rovesciare il punto di vista e dare i voti, dal punto di vista economico, alla promozione culturale. Ricordando che l'immateriale spesso incide sul materiale e che, specie nel rapporto col territorio, la realtà dei festival cinematografici può rappresentare un'opportunità e una scommessa".

"Pur nei limiti di una ricerca a campione" - precisa Mario Abis - "crediamo di essere sulla buona strada per elaborare un modello di rilevazione che possa fare da riscontro oggettivo sui benefici e le carenze di questa rapporto tra cultura e territorio. L'obiettivo finale resta quello di dirci quante 'vale la cultura' e in che forme essa possa rappresentare un buon investimento sia per i privati che per le istituzioni".

"Abbiamo sostenuto con il massimo impegno questa ricerca" - aggiunge Giorgio Gosetti - "perché è tempo che i festival prendano coscienza del proprio ruolo, assumano una fisionomia imprenditoriale nel senso migliore del termine e si aprano a verifiche oggettive per migliorare la propria capacità di offerta e di sostegno all'economia territoriale. Rappresentiamo una forza e un'opportunità. Dobbiamo essere all'altezza della sfida e abbiamo l'esigenza di attirare attenzione e investimenti con forme moderne e originali, al passo con una società dell'informazione che si rinnova ogni giorno".

Tra le maggiori "sorprese" della ricerca c'è proprio il forte valore identitario delle rassegne cinematografiche, la loro capacità di promozione e diffusione, la costruzione di un'economia parallela della cultura, il consenso del pubblico giovane, la popolarità nelle aree medio-piccole, la promozione a pieni voti sul piano dell'organizzazione e del contenimento della spesa. Ma le scoperte, tra Torino e Pesaro, Trieste e Lecce, Roma e Courmayeur, Milano e Ischia sono molto più numerose. Dopo la presentazione in programma a Torino infatti, i promotori della ricerca già annunciano una giornata di studi per la primavera del 2012 e la pubblicazione in volume degli esiti definitivi dell'indagine con l'elaborazione di parametri d'analisi che verranno messi a disposizione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e degli Enti locali.