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Gregoretti e Rossetto all'Ischia Film Festival


Ugo Gregoretti

[Ischia, 2 Luglio 2014] Continuano le proiezioni cinematografiche sotto le stelle dell’Ischia Film Festival, ideato e diretto da Michelangelo Messina nel magico contesto del Castello Aragonese di Ischia Ponte.

Molto interessante nella serata di ieri, martedì 1 luglio 2014, l’introduzione del regista Ugo Gregoretti del docu-film “Un intellettuale di Borgata” di Enzo De Camillis. Interpretato da uno straordinario Leo Gullotta, questo documentario racconta di Pier Paolo Pasolini e la sua onestà intellettuale fatta di una ricerca continua come poeta delle borgate in contrasto con le rigidità del governo di quegli anni, carico di preconcetti sulle diversità; le critiche e le accuse verso un mondo politico ed economico miope, sono rappresentate in contrapposizione con la lungimiranza culturale di espressioni cinematografiche quali Ragazzi di Vita, Petrolio, Accattone e Mamma Roma, e nelle sue interviste sul pericoloso potere dei media.

Gregoretti su Pasolini: «Oggi  quando si gira un film si attua una sorta di autocensura preventiva per paura che si possa imbattere in problemi in post produzione; invece Pasolini non si è mai censurato sia nella vita borghese sia come regista prendendosi tutte le responsabilità di ciò che diceva e faceva; noncurante delle eventuali critiche - ha continuato il regista - Pierpaolo non si è mai piegato al sistema e basava il suo diritto di comunicare sul coraggio. Oggi si dovrebbe prendere esempio dal modo di lavorare pasoliniano lasciando un po’ perdere tutta questa burocrazia che troppo spesso porta ad una maliziosa autocensura».

 

Altro interessante incontro della serata quello con il regista veneto Alessandro Rossetto che ha presentato, nella Cattedrale dell’Assunta, il lungometraggio “Piccola Patria”.

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Ambientato nell’Italia del Nordest, il film narra due ragazze che vivono in un paesino di provincia e che hanno come desiderio principale quell

o di acquisire denaro per poter partire e per farlo lavorano come cameriere in un grande albergo. Luisa è piena di vita, disinibita, trasgressiva; Renata è oscura, arrabbiata, bisognosa d’amore. Le vite delle due giovani raccontano la storia di un ricatto, di un amore tradito, di una violenza subita. Entrambe vogliono lasciare la piccola comunità che le ha cresciute, tra feste di paese e raduni indipendentisti, famiglie sfinite e nuove generazioni di migranti presi di mira da chi si sente sempre minacciato. «Da anni - ha spiegato Alessandro Rossetto - desideravo fare un film di finzione, così aiutandomi con gli strumenti del documentario di cui ho decisamente maggiore padronanza, è nato Piccola Patria: una pellicola che mischia al suo interno realtà e finzione. La particolarità di questo lungometraggio- ha sottolineato il regista veneto- è che i dialoghi sono quasi tutti in dialetto veneto decisamente poco usato sul grande schermo; ma nonostante questo il film è stato apprezzato molto sia in Italia che all’estero per i temi trattati che sono universali in tutto il mondo come per esempio: il difficoltoso passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta e difficili relazioni all’interno del nucleo familiare. Inoltre- ha concluso Rossetto- devo dire che il successo delle riprese è dovuto soprattutto ad un grande lavoro sperimentale, quasi all’americana, fatto con gli attori i quali, nonostante girassimo in tempi e luoghi poco canonici, si sono adattati perfettamente dando sempre il massimo e compiendo delle performance importanti».


Importante successo di pubblico è stato riscosso dal film del giovane regista Giuliano Ricci “L’uomo sulla Luna”; questo documentario, ambientato in un paesino tra le montagne sarde, tratta di un gruppo di vedove che raccontano  il proprio legame con il mondo dei morti. Per secoli le donne sono state la voce del paese, hanno custodito storie e segreti di guerre tra famiglie e vendette sanguinarie. Le faide e gli omicidi s’intrecciano alle visioni dei defunti, ai contatti con l’aldilà e ai sogni, soglie di una realtà invisibile e anticipatori di sventure. «Il tema che tratto in questo docu-film - ha spiegato Giuliano Ricci- è molto sentito in certe località sarde; prima di girarlo infatti ho dovuto svolgere lunghi studi antropologici e diverse interviste così da poter trattare con precisione questo tema all’interno della pellicola. All’inizio - ha continuato il giovane regista - non è stato facile relazionarmi con la gente del luogo ma poi sono riuscito a trovare il modo per comunicare e sono riuscito a girare il documentario serenamente e con la collaborazione di tutti».

 

Tra i registi presenti nella serata di ieri segnaliamo inoltre: Andrea Canova con il cortometraggio Il vicino; Lisa Castagna con il film Le figlie sono come le madri e Alberto Massarese con il corto “A ballad for tex”.

 

Ricordiamo inoltre che domani sera, giovedì 3 luglio 2014, alle ore 21, Pupi ed Antonio Avati incontreranno il pubblico dell’Ischia Film Festival per confrontarsi sul variegato mondo del cinema.