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Tutte le location dell'Ischia Film Festival

Il castello

Il Castello Aragonese è una propietà privata, grazie alla Famiglia Mattera rappresenta, sin dalla prima edizione, la location esclusiva dell'Ischia Film Festival e contribuisce in modo determinante all'atmosfera elegante ed accogliente che contraddistingue questo evento.

Il Castello sorge su un isolotto di roccia trachitica collegato al versante orientale dell'isola d'Ischia attraverso un ponte in muratura lungo 220 metri. Raggiunge un'altezza di 113 mt. s.l.m. e presenta una superficie di circa 56.000 mq. Vi si accede attraverso una mulattiera o a mezzo di un moderno ascensore installato alla fine degli anni '70.

La mulattiera si sviluppa, per il primo tratto, in una galleria scavata nella roccia (per volontà di Alfonso I d'Aragona alla metà del Quattrocento) per poi proseguire all'aperto fino a raggiungere la parte più alta dove è situato il Maschio. Da questa strada principale se ne dipartono altre minori che servono gli edifici e i giardini della rocca. L'ascensore raggiunge invece i 60 mt. s.l.m. ed il suo percorso è interamente ricavato all'interno della viva roccia. L'edificato ricopre una modesta parte della superficie complessiva per lo più occupata da ruderi e terre coltivate; quella che era la fisionomia densamente costruita ritratta dall'iconografia settecentesca è stata in buona parte cancellata dagli eventi bellici dei primi dell'Ottocento, cui sono seguiti lunghi anni di abbandono. Soltanto ai primi del Novecento è iniziata una campagna sistematica di restauri, ancora in corso, che ha restituito e continua a restituire una dignità architettonica a questo imponente complesso monumentale. Indiscutibili dominanti nell'immagine del Castello sono le sagome della residenza reale, denominata Maschio (che non si visita), e posta sul punto più alto del versante nord orientale, e della cupola della Chiesa dell'Immacolata, contrappunto centrale di tutto l'isolotto. Efficace mediazione tra i costoni rocciosi e la parte edificata è la cinta bastionata che si avvolge intorno al Castello per 3/4 del suo perimetro caratterizzandone fortemente l'insieme.

 

 

 

La Storia del Castello

La prima fortezza fu costruita nel 474 a.C. dal Greco Siracusano Gerone I, venuto in aiuto dei Cumani nella guerra contro i Tirreni. In seguito alla vittoriosa battaglia, svoltasi nelle acque antistanti l'odierno comune di Lacco Ameno, Gerone I ottenne come ricompensa l'isola d'Ischia ed il Castello. Nel 315 a.C. i Romani fondarono ad Ischia la città di Aenaria e, molto probabilmente, utilizzarono il Castello come fortino difensivo e vi edificarono alcune abitazioni. Nei secoli successivi i saccheggi e le lunghe dominazioni dei Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni, Svevi e Angioini trasformarono completamente la fortezza di Gerone. L'eruzione del Monte Trippodi, avvenuta nel 1301, costituì una spinta notevole allo sviluppo dell'insediamento sul Castello: gli Ischitani si rifugiarono sulla rocca che garantiva maggiore tranquillità e sicurezza e diedero vita ad una vera e propria cittadina. Nel 1441 Alfonso d'Aragona ricostruì il vecchio maschio d'età angioina, congiunse l'isolotto all'isola maggiore con un ponte artificiale e fece costruire poderose mura e fortificazioni, dentro le quali quasi tutto il popolo d'Ischia trovò rifugio e protezione contro le incursioni dei pirati. Il periodo di massimo splendore per il Castello si ebbe alla fine del XVI secolo quando la rocca ospitava 1892 famiglie, oltre il Convento delle Clarisse, l'Abbazia dei Basiliani di Grecia, il Vescovo col Capitolo ed il Seminario, il Principe con la guarnigione. Vi erano 13 chiese, di cui 7 parrocchie. Verso il 1750, cessato il pericolo dei pirati, la gente cercò più comoda dimora nei vari comuni dell'isola d'Ischia alla ricerca di nuova terra da coltivare e per curare meglio l'attività della pesca. Nel 1809 gli Inglesi assediarono la rocca, tenuta dai Francesi, e la cannoneggiarono fino a distruggerla quasi completamente. Nel 1823 Ferdinando I, re di Napoli, mandò via gli ultimi 30 abitanti e ridusse il Castello a luogo di pena per gli ergastolani. Nel 1851 lo adibì a prigione politica per quegli uomini che si erano opposti al potere dei Borboni. Nel 1860, con l'arrivo di Garibaldi a Napoli, il carcere politico fu soppresso e Ischia si unì al Regno d'Italia. L'8 Giugno 1912 l'Amministrazione del Demanio, con trattativa privata, mise in vendita all'asta il Castello Aragonese: da quel momento la rocca è nelle mani di privati che ne curano i restauri e la gestione.

Le location del festival al castello

La Cattedrale dell'Assunta

Sull'itinerario di ponente la cattedrale viene utilizzata per la proiezione di opere in selezione ufficiale e per gli incontri con gli autori.

Costruita dal popolo d'Ischia dopo l'eruzione vulcanica dell'Arso (1301) in sostituzione della distrutta Cattedrale esistente sull'insula major. L'edificio fu realizzato al di sopra di un apreesistente capella che ne divenne cosi l'attuale cripta. Massimo spelndore conobbe negli anni del Rinascimento ed, in particolare, il 27 Dicembre 1509 quando furono celebrate le nozze tra Vittoria Colonna e Ferrante D'Avalos , marchese di Pescara. Originariamente di stile romanico, si notino le colonne incluse nei pilastri quadrati, fu ridefinita nella struttura nel XV sec. secondo il giusto dell'epoca e successivamante ritoccata nel 1700 con pregevoli stucchi barocchi. Crollò nel 1809 sotto le cannonate degli inglesi che distrussero buona parte dei fabbricati del castello, allora tenuto dai Francesi. E' una basilica atre navatedi cui le due laterali coperte con voltea crociera; lo spazio adsidaleera probabilmente coperto da una cupola a sesto ribassato. Annessa alla cattedrale risulta una serie di capelle e di ambienti di sacrestia. Attualmente è in corso un programma di restauri volto al consolidamento statico delle strutture portanti e alla conservazione degli stucchi settecenteschi.

Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, la Cattedrale dell'Assunta è indicata in legenda con il numero 2.

Piazzale delle Armi

Situata a mezz'altezza sul Castello Aragonese, il Piazzale viene utilizzato per la proiezione di opere in selezione ufficiale e per gli incontri con gli autori.

La Piazza d'armi del castello Aragoense si trova nella parte bassa del castello, le alte mure di protezioni denotano un avamposto bellico per la protezione del maniero. Al suo interno un enorme piazzale a ridosso della Santa Barbara che resta incastonata tra le mure del Castello. Tra i possenti muraglioni di difesa che circondano in gran parte il perimetro del castello sono visibili le feritoie che servivano per l'inserimento dei cannoni. Nella Piazza vi sono tre grandi bocche che corrispondono in alto al passaggio pedonale, esse servivano in caso di intrusione per la gettata di olio e pece bollente per fermare gli eventuali attacchi nemici. La piazza d'Armi è chiusa al pubblico nell'ordinaria visita del Castello, è visibile soltanto durante le proiezioni del Festival.

Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, il Piazzale delle Armi è indicata in legenda con il numero 1.

La terrazza della Casa del Sole

Situata al lato di levante la Casa del Sole viene utilizzata per la proiezione di opere in selezione ufficiale e per gli incontri con gli autori.

Antica costruzione del Castello, nella quale oggi sono esposti resti delle epoche passate ed arte moderna. Si possono ammirare pregevoli strutture architettoniche, che si sovrappongono, risalenti ad epoche diverse. Attraversando questa casa si accede all'itinerario di levante con i meravigliosi sentieri e terrazzi che lo caratterizzano, alla chiesa di S,M. delle Grazie o dell'Ortodonico, al caffè ristorante "il terrazzo"; alla rigogliosa vegetazione del Castello.

Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, La Casa del Sole è indicata in legenda con il numero 3. 
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Piazza del Carcere Borbonico

 La piazza dinazni all'ingresso del Carcere Borbonico, sull'itinerario di Levante, dal 2017 è utilizzato per la proiezione di opere in selezione ufficiale e per gli incontri con gli autori.
Un preesistente stabile fu adibito a carcere nel 1823 dai Borbone di Napoli. Nel 1851, insieme ai criminali, furono rinchiusi prigionieri politici tra cui Poerio, Pironti, Nisco, Agresti e molti altri illustri del Risorgimento Italiano. Le robuste porte, i massicci cancelli, le diverse garitte, gli spioncini dai quali giorno e notte i prigionieri venivano sorvegliati, testimoniano la severità del carcere.

Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, il Carcere Borbonico è indicato in legenda con il numero 4 (Piazza del Carcere).

Terrazza degli Ulivi

La Terrazza degli Ulivi, sull'itinerario di Levante, è utilizzata per la proiezione di opere in selezione ufficiale e per gli incontri con gli autori.
Un tempo fu il giardino del Castello. Da qui l'occhio spazio per 300 gradi sul Golfo e sulla trasparenza del mare. Si ammirano dall'esterno le imponenti torri angioine. Fu ricostruito nel 1441 da Alfonso D'Aragona che lo regalò a Lucrezia d'Alagno, la bella popolana di Torre del Greco, della quale si era invaghito. Più tardi vi dimorò per 35 anni la principessa Vittoria Colonna, celebre poetessa, fuggita da Roma col padre per motivi politici all'età di 8 anni. Sposò Fernante d'Avalos e richiamò sul Castello i maggiori artisti e letterati del suo tempo. Dopo la morte del marito, caduto in battaglia, cercò conforto in vari conventi d'Italia.
Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, la terrazza è indicata in legenda con il numero 5.

La caffetteria - Area Cocktail - riservata

La Terrazza della Caffetteria, affacciata su un incantevole panorama dell'isola, ospita al tramonto i "Film Cocktail" riservati agli ospiti del Festival. Durante le proiezioni funge inoltre da punto di ristoro per il pubblico.

La caffetteria dell'albergo Il Monastero si trova di fronte alla Chiesa dell'Immacolata, è un piccolo fabbricato con magnifiche terrazze affacciate sul panorama, da qui si gode un punto di vista privilegiato su una scena davvero romantica: i ruderi della Cattedrale dell'Assunta in dialogo con la dolcezza della baia di Sant'Anna. Un luogo la Caffetteria del Monastero che invita alla sosta, una terrazza giardino, con tavolini immersi tra bouganville, ginestre, gelsomini e lantane. E nelle giornate più assolate o nelle sere più fresche c'è il pergolato con una lunga panca in muratura e tavolini bassi in ceramica decorata a mano.

Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, la caffetteria è indicata in legenda con la lettera C.

La terrazza del Castello

ll Terrazzo del Castello è situato nel punto di maggiore altezza e da lì è possibile ammirare il Golfo di Napoli e tutte le sue meraviglie. Protetto dal sole e circondata dalla vegetazione, di giorno è possibile fermarsi per una tipica colazione, accompagnata da dolci locali, oppure un pranzo leggero durante le ore più assolate. Di sera nella settimana dell'evento l'area è utilizzata dall'organizazzazione del festival quale area riservata per gli ospiti del festival e per i vernissage delle mostre che vengono allestite nel carcere borbonico sottostante al terrazzo. 

Androne delle Clarisse

L'androne delle Clarisse ospita le Mostre del festival. E' situato sull'itinerario di Ponente tra la segreteria del Festival ed il suggestivo albergo "Il Monastero"

Fondato nel 1575 da Beatrice Quadra, vedova d'Avalos, ospitava circa 40 monache dell'ordine delle Clarisse provenienti dall'eremo di San Nicola sul monte Epomeo dove avevano fissato la loro prima dimora. Le monache in gran parte primogeniyte di famiglie nobili, erano destinate alla vita clustrale già in età infantile per lasciare l'eredità familiare al primo figlio maschio. Il convento fu soppresso nel 1810 con la legge di secolarizzazione demanata da Gioacchino Murat, re di Napoli: le monache superstiti, nel numero di 16, si trasferirono prima nel palazzo dei marchesi Lanfreshi in Ischia Ponte e poi nel convento di S.Antonio. La struttura del convento accoglie, nell'ala delle cellette un albergo che garantisce una confortevole ospitalità avvalendosi di spazi di grande suggestione.

Saletta del Convento

Sull'itinerario di ponente la saletta viene utilizzata durante il festival per esposizioni, mostre, convegni e workshop.
La saletta del convento è una delle tante sale del convento delle Clarisse, probabilmente veniva usata come luogo di ristoro delle monache, il soffitto è a volte e la sua forma a botte. Ampie vetrate affacciano sull' ingresso al Convento, difatti è la prima stanza che si trova dopo il grande portone d'accesso al convento. Da queste finestre è possibile ammira la vista della Chiesa dell'Immacolata, la collina di fronte e la vetta più alta dell'isola: il monte Epomeo. 

Nella cartina pubblicata con la planimetria del Castello Aragonese, la Saletta è indicata con la lettera S (Sala Studi Cineturismo).

Chiesa dell'Immacolata

La sua cupola domina l'intero castello e offre una magnifica vista del borgo di Ischia Ponte, anticamente chiamato borgo di Celsa per la presenza di una piantagione di gelsi nei terreni dei frati agostiniani. Essi avevano importato sull'isola l'allevamento intensivo del baco da seta(il cui nutrimento, il gelso, è appunto chiamato morus celsa). L'attività s'interruppe di colpo nel 1809, quando Gioacchino Murat emanò un decreto di soppressione degli ordini religiosi per impossessarsi delle enormi ricchezze che i religiosi avevano accumulato nei secoli nel Regno di Napoli . La chiesa fu costruita a partire dal 1737 al posto di una precedente cappella dedicata a san Francesco, per volere della badessa Giovanna Battista Lanfreschi dell'attiguo convento delle Clarisse. L'enorme impegno economico impedì alle suore di portare a termine la costruzione e, nonostante fosse stata venduta persino l'argenteria del convento per far fronte alle spese, la facciata e gli interni della chiesa non sono rifiniti e le pareti sono completamente bianche. La pianta della chiesa è a croce greca con l'aggiunta di un presbiterio  e di un pronao d'ingresso. Su un tamburo circolare con otto finestroni, insiste l'imponente cupola che domina l'intero complesso di edifici. Fino agli anni ottanta del Novecento, sui tre altari pendevano tre pale del XVI secolo di autore ignoto, raffiguranti l'Immacolata, sant'Antonio e san Michele. Dopo il restauro eseguito nel 1980, la chiesa viene utilizzata per mostre temporanee di pittura e scultura

Il Carcere Borbonico

Fu costruito per volere di Ferdinando I di Borbone nel 1723. Secondo alcuni, inizialmente il Bagno di pena si trovava all'interno del Maschio, passati alla leggenda come le "Carceri di Sansone" dove erano imprigionati i colpevoli di reati comuni e i nemici catturati nel corso delle guerre. È accertata la presenza tra le sue mura di Carlo Poerio, Michele Pironti, Silvio Spaventa, Nicola Nisco arrestati in seguito ai disordini del 1848. Soppresse nel 1860, le prigioni furono ripristinate nel 1874. Tuttavia, gli ischitani, mal sopportando la presenza del carcere chiesero al Ministro dell'interno la chiusura dell'ergastolo che avvenne nel 1890. All'interno dei due stanzoni adibiti a celle per i prigionieri il festival allestisce la mostra annuale del festival.